In matematica, e più precisamente nel campo della geometria, una GEODETICA è una particolare curva che descrive la traiettoria più breve fra punti di un particolare spazio. Un arco di geodetica è la linea di minima lunghezza tra due punti della superficie stessa.
Immaginiamo adesso di pensare ai concetti di spazio e superficie non più come elementi prettamente geometrici ma evolvendoli in un paradigma pratico ed attuale che si arricchisce di strumenti che consentono alle persone e alle cose nel mondo di essere costantemente in contatto, sempre connessi tra loro grazie alle attuali tecnologie di interconnessione sociale. In tal senso la geodetica è la traiettoria più immediata che consente di raggiungere una persona nel mondo ovunque essa sia, che consente di abbattere le distanze di spazio e di tempo per costruire un network organico di percorsi virtuosi.
Il progetto geodetica si prefigge di interconnettere nel modo più semplice e coerente il paziente, il cittadino, con il sistema sociale della assistenza alla persona.
Il progetto GEODETICA si prefigge di interconnettere nel modo più semplice e coerente il paziente, il cittadino con il sistema sociale della assistenza alla persona. Il presente progetto sarà candidato al bando INNONETWORK: sostegno alle attività di R&S per lo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili, di nuovi prodotti e servizi.
All’interno dell’attuale contesto sociale ed economico, i sistemi sanitari nazionali ed internazionali stanno operando una massiccia riorganizzazione delle strutture assistenziali al fine di salvaguardare e potenziare i centri di eccellenza e contestualmente dismettere, in parte o completamente, le strutture sanitarie periferiche. Tale riorganizzazione mira ad offrire al paziente una assistenza sanitaria più completa efficiente e sicura, salvaguardando la qualità del sevizio garantendo, all’interno dei presidi, l’adozione di tecniche e tecnologie sempre all’avanguardia.
Al contempo tale operazione mira ad abbattere le spese (restano in vita solo i centri di eccellenza) ed eliminare l’eccesso di assistenza (le prestazioni mediche vengono elargite, garantendo prestazioni elevate a casi ristretti ove strettamente necessario). Questo processo comporta quindi la chiusura o la riconversione dei nosocomi periferici con la conseguente considerevole diminuzione dei posti letto all’interno delle strutture ospedaliere.
Allo stesso tempo la popolazione nel nostro paese e nel nostro continente continua ad invecchiare con conseguente aumento dell’incidenza delle malattie croniche.
Le malattie croniche sono causa di circa il 60% di tutti i decessi nel mondo (circa 35 milioni). Tale situazione ha evidentemente pesanti ricadute in termini di quantità di vita e di qualità della stessa, nonché rappresenta un grosso esborso economico per i sistemi sanitari, per singoli individui, le loro famiglie, e per l’intera società. Molti studi dimostrano come le cure a lungo termine delle più comuni patologie croniche (cardiovascolari, diabete, etc) non sempre sono erogate od eseguite nel modo più appropriato secondo le opportune raccomandazioni cliniche. Questo accade in seguito al verificarsi di molteplici fattori che intervengono negativamente sul buon esito del trattamento del paziente cronico. A partire dalla metà degli anni ’90 alcuni gruppi di ricercatori (Katon et al., 199513; Wagner et al, 199614, Von Korff et al, 199715), hanno avviato dei progetti di ricerca al fine di ridefinire l’approccio alle malattie croniche spostando i modelli di cura da un approccio reattivo, basato sul paradigma “dell’attesa” dell’evento acuto, ad un approccio “proattivo”, improntato al paradigma preventivo, mirato ad evitare o rinviare nel tempo la progressione della malattia; a promuovere il coinvolgimento del paziente (e della comunità) e la qualificazione del team assistenziale (sanitario e sociale).
Uno degli strumenti di “governo clinico” individuati per tali obiettivi è il Chronic Care Model CCM: Il Chronic Care Model è stato sviluppato da E.H.Wagner all’interno del MacColl Institute for Healthcare Innovation con il supporto della Robert Wood Johnson Foundation. Il CCM individua in modo puntuale le variabili fondamentali che rendono possibile un approccio “sistemico” alle malattie croniche; “sistemico” in quanto muove tutte le leve organizzative, sociali ed operative per promuovere un approccio appropriato da parte degli operatori individuando come operatori anche e soprattutto il paziente stesso ed i suoi cari.
Il presupposto di questo modello è che, per essere efficaci, efficienti e attenti ai bisogni globali dei pazienti, è necessario l’impegno di tutto il sistema organizzativo. Infatti, il disegno del CCM pone, in un unico quadro d’insieme, tutti quei fattori organizzativi ed operativi del sistema sanitario e della comunità che risultano predisponenti per l’azione efficace delle “persone” (gli operatori ed i pazienti) dalle cui attività scaturiscono i risultati attesi.
Obiettivo primario del progetto geodetica è quello di istituire e mettere in piedi una struttura operativa, ispirata ai concetti del CCM, organizzata secondo le più moderne metodologie e tecnologie capace di coinvolgere in maniera organica ed organizzata, il paziente e tutti gli attori della filiera assistenziale, in modo che ciascuno possa contribuire con le sue competenze e responsabilità ad una gestione più precisa e mirata del paziente.
Fulcro del sistema è il paziente cronico che, per forza di cose, con il tempo diventa esperto della gestione della propria malattia. Un opportuno imprinting del paziente favorisce ed agevola il lavoro di gestione clinica della terapia.
Dotare il paziente di strumenti adeguati in grado di captare in maniera corretta, i vari stadi di miglioramento o peggioramento della sua condizione clinica è quindi fondamentale. Un sintomo, un fastidio o un lieve cambiamento delle condizioni del paziente possono celare un evento clinicamente rilevante che, se opportunamente monitorato, può dare indicazioni importanti in ottica di un approccio preventivo. Il mancato riconoscimento precoce dei sintomi porta spesso ad un ricovero tardivo in ospedale o nel peggiore dei casi all’evento avverso.
Il concetto è quindi molto semplice: il paziente è la fonte primaria delle informazioni relative alla sua salute. Il paziente diventa un attore proattivo e non semplicemente passivo se invogliato e messo nelle condizioni di dialogare costantemente con la struttura deputata alla gestione della malattia.
Focus del progetto è quindi lo sviluppo di uno strumento capace di coinvolgere in prima persona il paziente insieme al suo nucleo famigliare. Tutte le informazioni captate sono poi processate e scambiate con gli operatori medici secondo opportune logiche.
La piattaforma tecnologica sarà studiata e sviluppata al fine di prevenire l’evento acuto e riconoscere il momento opportuno per elevare l’intensità delle cure eventualmente tramite ospedalizzazione del paziente.
Tale tecnologia sarà ingegnerizzata studiando attentamente ed automatizzando le tecniche e le procedure cliniche che i più moderni sistemi sanitari nel mondo stano adottando per implementare sistemi di raccolta dati a carattere predittivo. Tali sistemi consento di valutare periodicamente il paziente mediante misurazione di alcuni semplici parametri, i cui valori, interpolati appropriatamente, vanno a conformare un punteggio unico di rischio per il paziente. Il punteggio calcolato serve a classificare il paziente, in maniera oggettiva, a prescindere dalla sua patologia, mediante una classe di rischio secondo la quale viene associata la giusta intensità di cura.
Gli attori del sistema sono:
Il progetto si articolerà in più fasi:
L’intero sistema sarà organizzato nel seguente modo:
Il paziente sarà dotato di un kit di sensori per consentire in maniera semplice la misurazione di alcuni semplici parametri (Pressione arteriosa, Saturazione sanguigna, Frequenza cardiaca, Temperatura corporea etc…). Sarà sviluppato un dispositivo in grado di invitare il paziente ad effettuare le corrette azioni ad intervalli regolari (misurazione parametri, assunzione farmaci etc…) ed inviare in rete i dati captati dal paziente. I familiari del paziente (o il caregiver) potranno controllare che l’operazione sia stata effettuata correttamente dal paziente, in caso contrario potranno dare supporto supporto. Ciascun paziente sarà seguito a distanza da una centrale di controllo che sarà anch’esso in grado di monitorare i pazienti da un cruscotto remoto. La centrale di controllo potrà dare supporto remoto e monitorerà l’andamento delle condizioni cliniche dei pazienti. Il sistema informatico, implementando un opportuno algoritmo predittivo, sarà di supporto alla decisione clinica. L’algoritmo predittivo mira a comprendere se le condizioni cliniche di un paziente stanno peggiorando, molto tempo prima che i primi sintomi evidenti si manifestano. Grazie a tale sistema, Se necessario l’operatore della centrale di controllo potrà innescare le opportune procedure per innalzare l’intensità della cura.
L’infrastruttura consiste di una piattaforma informatica unica e flessibile, integrata con una dotazione strumentale completa e modulare che consente di realizzare servizi assistenziali altamente efficienti e capillarmente radicati sul territorio. Tale infrastruttura sarà basata su tecnologie web per consentire, l’immediata fruibilità di tutti i servizi sia per i pazienti che per gli operatori medici.
Tutto il sistema sarà sperimentato in campo su un campione di popolazione limitata composta di malati affetti da:
La proposta progettuale prende quindi in considerazione la realizzazione di modelli di assistenza innovativi mediante nuovi percorsi terapeutici che partono dal paziente sul territorio.
Tali modelli sono resi fruibili tramite la realizzazione di una infrastruttura tecnologica che permette di gestire il paziente cronico tramite percorsi a più livelli mirati a prevenire l’evento acuto e limitare l’accesso del paziente presso la struttura ospedaliera solo in caso di reale necessità. Anche in caso di aggravarsi delle condizioni cliniche il paziente viene ospedalizzato prima che si scompensi del tutto. Questo rende più semplice la gestione ospedaliera riducendo gli accessi presso i reparti di terapia intensiva e riducendo le giornate di degenza ospedaliera.
I risultati attesi: